Sud Africa on the road: un paese dove la natura incontra la modernità

Un itinerario di 21 giorni alla scoperta del Sudafrica

Un viaggio che attraversa le savane abitate dai Big Five, dal celebre Kruger National Park fino al remoto Kgalagadi Transfrontier Park, passando per l’incantevole iSimangaliso Wetland Park e la storica riserva Hluhluwe–Imfolozi Park.

Dalle coste dove le balene sono protagoniste, in particolare intorno a Hermanus, tappa storica per il whale watching ai vigneti incastonati tra montagne mozzafiato, il Sudafrica si rivela a ogni curva, un susseguirsi di paesaggi spettacolari, riserve naturali incontaminate e città moderne ricche di storia e cultura.

Giorno 1 e 2 – Da Johannesburg verso il Kruger National Park

La nostra prima meta è il Kruger National Park, distante circa 400 km da Johannesburg. Decidiamo comunque di prendercela con calma e pianificare una sosta intermedia.

Atterriamo all’aeroporto di Johannesburg alle 09:30. Dopo il controllo passaporti acquistiamo una sim locale e ritiriamo l’auto a noleggio, una Toyota Corolla Cross prenotata con Europcar. Alle 11:30 siamo finalmente pronti a partire verso la nostra prima tappa, a circa 250 km di distanza.

La destinazione è il Gooderson Kloppenheim Country Estate (88 €), una residenza situata in cima a una collina, a metà strada tra Johannesburg e Graskop. Raggiungiamo la struttura intorno alle 16:30 e restiamo subito affascinati dal loft riservato a noi: spazioso, accogliente, con camino e immerso nel verde. Purtroppo la temperatura all’interno è gelida, al punto da rendere difficile rilassarsi. In compenso, la cena a buffet e la colazione si rivelano soddisfacenti

La mattina del giorno successivo ci rimettiamo in viaggio verso le 10:00, diretti a Graskop, a circa 250 km di distanza. Il primo inconveniente arriva subito: perdiamo più di un’ora tra lo sterrato necessario per uscire dal lodge e raggiungere la strada principale, e successivamente ci imbattiamo in un lungo tratto dissestato per lavori in corso.

Il percorso risulta piuttosto monotono fino agli ultimi 50 km, quando entriamo nella Panoramic Route. Qui ci aspettano numerose tappe spettacolari, come il Blyde River Canyon, i Three Rondavels e la cascata Berlin Falls. Purtroppo non abbiamo tempo di fermarci a God’s Window, Lisbon Falls e al Graskop Gorge Lift. (Voto  complessivo 7/10)

Il nostro alloggio a Graskop (Graskop Hotel, 92 €) si trova nel centro dell’abitato, con accesso diretto dalla strada principale. La struttura comprende l’hotel e piccoli loft con parcheggio di fronte; uno di questi era il nostro appartamento. Nell’insieme l’alloggio è accogliente, e la cena è stata soddisfacente, seppure nulla di eccezionale.

Giorno 3 – Safari nel Kruger National Park

La giornata è dedicata alla visita del Kruger National Park, entrando dal Phabeni Gate, che dista circa 50 km da Graskop. Proseguiamo fino al Skukuza Rest Camp e poi lungo le rive del fiume Sabie sulla H4-1, per poi tornare indietro, percorrendo in totale circa 150 km all’interno del parco.

È una prima esperienza davvero emozionante: avvistiamo zebre, antilopi, giraffe e alcuni elefanti che si muovono liberi nel loro habitat.

Al rientro, verso le 17:00, raggiungiamo il nostro nuovo alloggio, il Rissington Inn Lodge (120 euro/notte) a Hazyview, distante circa 10 km dall’ingresso del parco. Il lodge si trova fuori dal centro abitato, in posizione elevata, e il loft in cui alloggiamo è carino, con una vista stupenda. Purtroppo, la cena risulta molto deludente.

Giorno 4 – Safari nel Kruger National Park

La giornata è dedicata a un nuovo safari nel Kruger National Park, questa volta dirigendoci verso sud. Raggiungiamo il Pretoriuskop Rest Camp e proseguiamo fino al Malelane Gate, per poi tornare indietro, percorrendo in totale oltre 180 km all’interno del parco.

Questa volta gli avvistamenti sono ancora più emozionanti: incontriamo più volte branchi di elefanti e bufali, a una vicinanza incredibile, capace di togliere il fiato. Purtroppo, la nostra esperienza al Kruger si conclude senza alcun avvistamento diei grandi felini, ma la giornata rimane indimenticabile per la bellezza della fauna e dei paesaggi attraversati.

Quinto e sesto giorno: verso il Kgalagadi

Il quinto giorno ci dirigiamo verso l’aeroporto di Johannesburg, distante circa 380 km, dove arriviamo nel pomeriggio. Consegniamo l’auto e pernottiamo all’hotel [nome hotel], situato all’interno dell’aeroporto. La scelta di soggiornare in aeroporto è stata dettata dalla carenza di voli a buon prezzo che ci consentissero di arrivare presto a Upington e quindi raggiungere il lodge in giornata sarebbe stato impossibile per la distanza, non volendo guidare all’imbrunire verso le 18:00, per motivi di sicurezza.

La mattina seguente prendiamo il volo delle 10:15 per Upington, a bordo di un piccolo aereo della compagnia [nome compagnia]. Arrivati puntuali a destinazione, ritiriamo la nostra auto Europcar, una Toyota Hilux 4x4, e, dopo la spesa al market, ci dirigiamo verso il lodge [nome lodge], situato alle porte del Kgalagadi Park, a circa 270 km dall’aeroporto. Il nostro alloggio, nel deserto del Kalahari, è molto confortevole e rappresenta il punto di partenza ideale per esplorare questo straordinario parco.

Dal settimo al decimo giorno: Esplorazione del Kgalagadi Transfrontier Park

Quattro giorni interamente dedicati all'immersione nelle atmosfere selvagge del Kgalagadi. Il nostro itinerario nel parco si è snodato tra i suoi leggendari gate di confine:

  • Ingresso dal Twee Rivieren Gate, il principale accesso sudafricano.

  • Spostamento verso nord, con soste presso il Nossob Rest Camp (al confine con il Botswana) e il Mata Mata Rest Camp (al confine con la Namibia).

  • Conclusione del safari con il rientro verso Twee Rivieren e pernottamento fuori dal parco presso il [Nome Lodge].

Un'avventura tra dune rosse, cieli infiniti e incontri indimenticabili con la fauna del deserto.

Scopri il diario di viaggio completo, gli avvistamenti e tutti i dettagli della nostra esperienza nel parco.

11 - 12 giorno verso Durban e i parchi ......:

Dopo una tranquilla colazione, iniziamo il trasferimento verso l’aeroporto di Upington dove ci attende il volo per Johannesburg. Il percorso in auto, di circa 250 km, è un'ultima, piacevole immersione nei paesaggi del deserto del Kalahari, e come durante l’andata, la guida si rivela rilassante e poco stancante. Giunti a Upington, percorrendo la strada che porta al centro, non possiamo fare a meno di notare le township, i sobborghi periferici dove gran parte della popolazione di colore vive in condizioni umili, in abitazioni precarie di lamiera. È un’immagine potente e cruda, un promemoria delle profonde disuguaglianze che ancora segnano il Sudafrica.

Arriviamo all’aeroporto di Upington verso fine mattinata, con largo anticipo non previsto,  rispetto al nostro volo per Johannesburg del pomeriggio. L’atterraggio avviene in serata e, per comodità, scegliamo di pernottare direttamente in un hotel situato all’interno dell’aeroporto. La scelta si rivela ottimale: la camera è confortevole e sia la cena sia la colazione del mattino successivo superano le aspettative.

Con il senno di poi, considerato che, a differenza di altre tratte in Sudafrica, la strada per Upington è scorrevole e si percorre con facilità nonostante la distanza, avremmo potuto organizzare diversamente la giornata. Scegliendo un volo di mattina, così avremmo evitato la lunga attesa in aeroporto.

13 - 14 - 15 -

Il mattino seguente, dopo un'abbondante colazione nell'hotel di Johannesburg, ci dirigiamo verso il gate. Il volo delle 10:00 ci porta, in poco più di un'ora, ad atterrare nel caldo umido e avvolgente della costa di Durban. Qui, l'aria sa già di oceano e di vacanza.

Primo passo all'aeroporto: il ritiro della nostra Toyota Fortuner con la compagnia Alan. Finalmente in sella al nostro possente mezzo, imbocchiamo la superstrada. I primi chilometri scorrono veloci e lisci, il paesaggio muta rapidamente, diventando sempre più verde e lussureggiante, un chiaro addio agli aridi paesaggi del Kalahari.

Poi, accade l'imprevisto. Google Maps, con la sua spietata efficienza, ci suggerisce una "scorciatoia". Dopo un breve tratto ancora asfaltato, ci ritroviamo, con un po' di stupore, su uno sterrato polveroso che si inoltra senza cerimonie attraverso un villaggio rurale. Per qualche attimo, avvolti da una nuvola di polvere rossa e circondati da cartelli incomprensibili, perdiamo l'orientamento. Dove stiamo andando a finire?

Un respiro profondo, un controllo più attento della mappa, e riusciamo a trovare la via per riconnetterci alla strada principale. Ma quella che poteva essere una semplice seccatura, si è rivelata invece la nostra prima, autentica avventura sudafricana della giornata. Quella deviaione inaspettata ci ha regalato un'istantanea preziosa della vita rurale del posto: le semplici casette di campagna, i cortili brulicanti di vita, i ragazzini in divisa che, con gli zaini in spalla, ci osservavano curiosi tornando a casa da scuola. Uno spaccato di vita quotidiana che la comoda superstrada ci avrebbe certamente nascosto.

Ripreso il percorso principale, l'atmosfera si fa più leggera. Ci fermiamo a un colorato mercatino di frutta lungo la strada, un tripudio di colori e profumi. È il momento giusto per assaggiare la generosità di questa terra: banane dolcissime e altra frutta esotica – forse delle succose mango o dei curiosi frutti del maracuja – del tutto sconosciuti ai nostri occhi.

Proseguiamo così verso la nostra destinazione finale, attraversando il paese di [inserisci il nome], un centro semplice e autentico, un luogo vissuto esclusivamente dalla comunità locale africana.

Ed ecco il premio finale dopo il viaggio: il lodge [inserisci il nome]. Ci accoglie con una calda e discreta ospitalità. Il nostro chalet è tutto per noi, immerso in un giardino lussureggiante. Ma la vera magia è la compagnia: scimmiette vivaci si muovono agili tra gli alberi, mentre eleganti antilopi pascolano tranquille a pochi metri da noi.

È l'arrivo in un piccolo angolo di paradiso, il perfetto, magico connubio tra comfort e natura selvaggia. L'Africa, qui, non si osserva da lontano: si vive.